5 ottobre 2014
Dopo mesi di furti ripetuti, cinque arresti dell’ex stabilimento Ages
Erano organizzati come le migliori squadre di operai specializzati. A gruppi di cinque, ognuno con il suo furgone manco a dirlo rubato, e un capomastro a guidare le operazioni. Il varco nella recinzione, sul lato meno visibile dei capannoni, era segnato da una pietra lasciata appoggiata al muro perimetrale.
Chi entrava nella fabbrica doveva solo lanciare il bottino all’esterno, su una strada sterrata a ridosso dei campi di granturco. Qui i cavi e le altre apparecchiature elettriche venivano smontati rapidamente dal resto della banda, in modo da potersi allontanare solo con il prezioso carico di rame.
Il blitz
Così, nel giro di un’estate, l’azienda di stampi per auto Ages, alle porte di Santena, era diventata il supermercato dell’oro rosso. Dopo le prime denunce i carabinieri hanno tenuto d’occhio l’area industriale di via Trinità. Gli appostamenti sono proseguiti per mesi. Fino all’altra notte. Quando dieci persone sono comparse sul retro della fabbrica, gli uomini del comandante Antonello Formichella hanno circondato l’area. Il risultato? Cinque persone arrestate, un’auto e due furgoni sequestrati. Accanto a questi erano già stati ammassati 10 quintali di cavi. Con l’accusa di furto aggravato sono finiti in carcere Nicolae Marius Andronachi, 19 anni, Stefan Cosmin Ignat e Elvis Domitru Recauru di 21, Nicolae Andronachi di 43 e Sorin Fortuna, classe 1962. Tutti di nazionalità romena, risultano domiciliati in strada Settimo, a Torino.
Le indagini
Il resto della banda è riuscito a farla franca. Gli inquirenti, però, sembrano avere pochi dubbi: il colpo sventato a Santena non può che essere collegato agli undici fermi della scorsa settimana, quando i militari hanno interrotto la razzia di rame all’interno della pista olimpica di bob, a Cesana. È probabile che le squadre di lavoro facciano parte della medesima organizzazione criminale. O che, se non altro, i ladri utilizzino poi lo stesso canale per rivendere il materiale trafugato. nei primi dieci mesi dell’anno, solo in provincia di Torino, i carabinieri hanno arrestato 43 sciacalli di «oro rosso». Lo scorso anno il conto si era fermato a quota 61.
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