11 agosto 2014
Ha una mano tagliata dai frammenti del parabrezza
Continuano i lanci di sassi dai cavalcavia. Ieri, per la prima volta, una persona è rimasta ferita, sia pure - per fortuna - in modo lievissimo.È successo nel primo pomeriggio di ieri sulla strada per l’aeroporto, dove un gruppo di ragazzini - probabilmente arrivati dl vicino campo rom - ha tirato alcune pietre sulle auto che viaggiavano in direzione di Borgaro.
Il bersaglio
Uno dei sassi ha colpito il parabrezza di un’auto che stava transitando sotto la struttura, centrando in pieno il parabrezza, sfondandolo. Una donna che era a bordo dell’auto, seduta al fianco del guidatore, è rimasta ferita a una mano ma ha rifiutato di farsi soccorrere dal 118. Sono intervenute pattuglie di carabinieri e polizia.
Sotto choc
Alcuni testimoni che si erano fermati per soccorrere la donna ferita e sotto choc, hanno visto i ragazzini allontanarsi di corsa dal cavalcavia, diretti verso il campo nomadi. Inutili, per ora, le ricerche delle forze dell’ordine per identificarli. Per alcune ore la zona è stata posta sotto controllo, ma le ricerche non hanno dato frutti.
I precedenti
Non si tratta purtroppo di un episodio isolato. Infatti, non troppo tempo fa, nello stesso punto di strada Aeroporto e anche sulla tangenziale, sono avvenuti episodi simili, per fortuna senza conseguenze. Recentemente sono stati registrati casi anche in Canavese, sull’autostrada Torino – Aosta, tra i caselli di Volpiano e San Giorgio Canavese.Qualche anno fa era stato deciso di elevare l’altezza delle reti di protezione dei cavalcavia proprio per impedire o rendere più difficili i lanci. Dare un senso a questi episodi di natura criminale è arduo. Da una parte un modo come un altro per vincere la noia o l’alienazione che si respira nelle bidonville ai margini della metropoli. Dall’altra l’organizzazione di una sorta di spettacolo, costituito dall’arrivo della polizia, le sirene, i lampeggianti, le ambulanze, seguita dalla solita inutile caccia agli autori. Dai boschi e dagli anfratti ai lati della strada, si può così assistere all’intervento, che si intensifica se il risultato - come in questo caso - è potenzialmente grave.
I telefonini
Qualcuno dice di aver visto ragazzi che riprendevano la scena con le videocamere degli smart-phone, corre il sospetto che proprio questo sia il movente, cioè di documentare lanci e conseguenze per divertirsi, dopo, con le immagini più drammatiche. Gli autori sono consapevole dei rischi giudiziari che corrono, se individuati; perciò, tra un’impresa e l’altra, fanno passare lunghi archi di tempo, in genere un paio di mesi, giusto il tempo di far cessare l'allarme. Poi riprendono, sempre con le stesse modalità. Soluzioni? Nessuna. Il pericolo di altre azioni simili è altissimo. E non sempre la fortuna, come è accaduto sinora, potrebbe assistere ancora gli automobilisti colpiti.
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