8 maggio 2014
Le accuse: concussione e peculato. Ai domiciliari due capi ufficio della A6
Il direttore generale dell’Autostrada Torino-Savona, Massimo Capponi, 58 anni, di Mondovì, da ieri è in carcere a Cuneo. Ai domiciliari il capo Ufficio Espropri dell’A6, Paolo Lantieri, 64, di Santena, e Ivan Migliardi, 46, capo Ufficio Manutenzione To-Sv (già raggiunto da due ordinanze di custodia lo scorso autunno). I tre sono accusati di concussione e «induzione indebita a dare o promettere utilità». Capponi e Migliardi anche di peculato in concorso.
Secondo gli inquirenti, avrebbero fatto lavorare ditte del Monregalese, di Langa e Roero, del Cuneese e delle province di Torino, Milano e Savona in ristrutturazioni edilizie private o acquistato beni, come auto e cucine, senza pagarli (per le Fiamme gialle risultano fatture «di comodo» compilate successivamente): si rivolgevano a ditte fornitrici che, per timore di perdere appalti e commissioni, si facevano «condizionare». Anche una parte dell’Ufficio Progettazione della To-Sv avrebbe svolto, in orario di lavoro, «prestazioni gratuite a beneficio di due degli arrestati». «Abbiamo sentito oltre 50 imprenditori, artigiani e dipendenti dell’autostrada», ha detto il colonnello Francesco De Angelis, comandante provinciale della Finanza.
I militari hanno ampliato l’inchiesta (è diventa così «Fuori strada 2») dopo l’arresto, in autunno, di Migliardi. E ieri mattina gli uomini della Compagnia di Cuneo hanno eseguito le nuove misure cautelari, con perquisizioni e sequestri di immobili nel Cuneese e Torinese. Al vaglio episodi «sospetti» tra il 2008 e il 2013. «Un’indagine delicata per gli interessi, circa un milione di euro, e gli interessi, circa un milione di euro, e le persone coinvolte - ha detto il comandante della Compagnia di Cuneo, Michele Baldiglio -. Abbiamo analizzato fatture, perizie, confrontato i dati di uffici tecnici e catasto. Intercettazioni telefoniche solo nella prima fase. Un artigiano di Alba ha confermato che una scala di alto design è stata progettata da un geometra e un architetto dipendenti dell’autostrada, che hanno seguito i lavori». Secondo la Finanza «spesata da una società di Fossano e installata nella casa di Mondovì del direttore». Baldiglio: «Alcuni hanno anche raccontato di aver lavorato in alloggi senza sapere a chi appartenessero».
I finanzieri contestano 21.000 euro, oltre ai 745.000 già emersi nella prima fase, di noleggi, forniture (anche vasca idromassaggio) e ristrutturazioni a carico di Migliardi. «Sarebbe stato il tramite tra superiore e ditte», dice Baldiglio. Il direttore generale dovrà rispondere di 362.000 (nella ristrutturazione anche camino con marmi dall’Africa), Lantieri di 84.000 (auto, ristrutturazioni e servizi).Il presidente della To-Sv, Giovanni Quaglia: «Attendiamo l’evolversi delle indagini. La società Torino-Savona ha piena fiducia nella magistratura e nel suo operato, sperando che si riesca a dimostrare l’estraneità degli accusati e a ricostruire appieno la realtà oggettiva dei fatti».
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