CSV Italia

Così è tornata a casa la moto chiamata “Cavour”

20 aprile 2014

Così è tornata a casa la moto chiamata “Cavour”

Così è tornata a casa la moto chiamata “Cavour”

Il prototipo destinato a Daytona, rubato nel 2011, era finito in Romania

La «Camillo Benso Conte di Cavour», un prototipo di moto da corsa, creata nel 2011 per la 200 miglia di Daytona, tornerà presto a rombare nei circuiti. La sua carena è gialla e blu, i colori di Torino. Non a caso: era nata per essere il simbolo dei tecnici piemontesi che hanno una lunga tradizione motoristica di altissimo livello. Ma la splendida «due ruote» (bicilindrico Ducati 1100 oltre 130 cavalli alla ruota) era stata rubata il 12 settembre 2011 in via Passo Buole a Torino, reduce dal leggendario raduno del Col del Lys, organizzato da Lady Ducati.

«Creatori» increduli

I creatori, i torinesi Paolo Danusso e l’amico Massimo Barilati non si erano persi d’animo e avevano lanciato appelli sul web e attraverso un «passaparola» sui circuiti di gara internazionali. Mesi, anni di attesa e poi, nel febbraio scorso, arriva una telefonata dalla Romania.

Scatta la trappola

Racconta Danusso: «E’ un pilota romeno mio amico, mi dice che su una rivista è comparso un annuncio di vendita della moto. Ci mettiamo subito in contatto con la squadra mobile per contattare i “venditori”. Ebbene, questi prima chiedono 30 mila euro, poi iniziamo una trattativa al ribasso, infine si decide di partire. Giorni duri. Alla fine salta tutto e torniamo a Torino un po’ tristi. Passa altro tempo e alla fine riannodiamo i contatti. C’è l’accordo sul prezzo, loro annunciano di voler portare la moto in Italia per la consegna. Ringrazio di cuore gli agenti della mobile per impegno e professionalità. All’appuntamento sono andati loro e hanno arrestati i ladri o i ricettatori». La «Camillo Benso Conte di Cavour», apparsa in buone condizioni, era stata parzialmente smontata per poterla nascondere all’interno di un piccolo furgone: «Nessun problema, la rimonteremo pezzo per pezzo, vite per vite. Al più presto l’esordio in circuito, è nata per correre, ci aspetta la “Daytona”, la gara per cui è nata».

Nascosta per anni

E anche Massimo Barilati, del Ducati Club Torino, non aveva mai perso del tutto la speranza. «E’ come se il tempo non fosse passato, siamo tutti immensamente felici».«Mai vista nei circuiti»Resta il mistero di come sia stata trattata, in tutti questi anni. Di sicuro non ha mai gareggiato. «Impossibile - dice Danusso - ho tanti amici ovunque, nell’ambiente dei circuiti, anche se l’avessero modificata, sarebbe stata subito riconosciuta, la solidarietà tra noi è fortissima, tutti erano rimasti amareggiati per il furto, avvenuto in una traversa di via Passo Buole».Il furgone, semi-distrutto, era stato trovato pochi giorni dopo nei dintorni. Del bolide nessuna traccia. Sparito nel nulla. Invece il prototipo era stato nascosto in un garage nel Nord della Romania. In cella sono finiti Ilie Razyan Chindris, 38 anni, e Nutu Mihalca, 37, arrestati alla fine della falsa trattativa. Erano convinti di trovarsi di fronte i proprietari ma invece erano i poliziotti coordinati dal procuratore aggiunto Anna Maria Loreto e dal pm Patrizia Gambardella.

Lieto fine

Per convincere Danusso che la moto rubata era proprio quella, avevano mostrato alcuni pezzi, subito riconosciuti come originali. Il capo della mobile, Luigi Silipo: «Operazione complessa ma finita con un lieto fine, insperato sino all’ultimo istante. Abbiamo capito che avevano davvero la moto rubata solo quando l’abbiamo individuata all’interno del furgone». I due arrestati hanno precedenti per furto.

Links

notizia precedente notizia successiva   pagina precedente

News

ANDREA AULETTA - Consulente della Sicurezza e Vigilanza
iPhone +39 335 20 43 33
Skype / Facebook: Auletta Andrea | Mail info@csvitalia.com
PEC teamsicurezzasrl@pcert.it | Scarica Vcard
C.S.V. s.r.l. a socio unico - PI e CF: 01103470074
Sede legale: Via Abbè Petigat, 9 -11100 Aosta