8 aprile 2014
«Potevano ammazzarla, potevano ammazzarla...» continua a ripetere Gabriella Pisu, mentre accarezza la testa della zia Rosangela Piras, 94 anni. La pensionata è sdraiata nel letto, con gli occhi sbarrati dalla paura. Perché la povera nonnina, la notte scorsa, è stata aggredita dai ladri mentre era nel suo appartamento della residenza per anziani la «Cà Veja» di Rocca Canavese. Sulle braccia magre porta ancora i lividi della violenza. «Ho paura» dice con un filo di voce. L’ha ritrovata il mattino dopo proprio la nipote.
L’aggressione
«Era sdraiata a terra, sul pavimento della cucina e piangeva. Era sotto choc, tremava – dice la donna – Ancora adesso è in stato confusionale. Di quei momenti terribili ricorda solo che erano tre persone». Una banda di ladri che, molto probabilmente, si è infilata nella camera della paziente passando dalla finestra del bagno, rimasta aperta. È avvenuta alle prime luci dell’alba, tra le 5 e le 6 del mattino. Da una prima ricostruzione dei carabinieri di Corio, la donna si sarebbe alzata, insospettita da dei rumori, provenienti dal bagno. E quindi avrebbe aperto la porta di accesso alla camera da letto che, prima di coricarsi, chiude sempre a chiave. «Molto probabilmente i ladri hanno bussato – ipotizza la nipote – e mia zia, che è una povera nonnina di 94 anni, ha aperto. Ma i particolari li racconterà meglio quando si riprenderà».
Il blitz
La Piras ha spalancato la porta si è trovata davanti ai malviventi. E lì, per la pensionata, è iniziato l’inferno. Da quello che si ricorda uno dei delinquenti l’avrebbe afferrata per le braccia e immobilizzata nel letto. «Mi sono spaventata perché uno di questi era proprio brutto – rammenta la vittima – gli ho detto “per pietà lasciami stare, ti prego, non picchiarmi”». Il blitz dei balordi nella camera della donna, dura pochi minuti. Il tempo che la banda ci impiega per rovistare nei cassetti, scardinare una porta dell’armadio e frugare dappertutto in cerca di soldi contanti, di qualche prezioso. «Poi, molto probabilmente i ladri sono stati disturbati, temevano che qualcuno di noi si svegliasse e sono scappati» ammette Maria Bugè, un’altra delle ospiti della Cà Veja, che conta otto alloggi destinati agli ultra 65enni con magre pensioni.
Le urla di aiuto
Della signora Rosangela non svegliano nessuno. «Un altro paziente mi ha confessato che ha sentito gridare a lungo, come se fosse una nenia continua – continua la Pisu – ma pensava che si trattasse di un altro ospite. Una persona anziana che si lamenta spesso e quindi non ci ha fatto caso più di tanto». Qualche ora dopo, quando Gabriella Pisu arriva a trovare la zia, tutto si chiarisce. «Ho subito visto la finestra del bagno spalancata, la camera sottosopra – Trattiene a stento le lacrime la nipote - se penso a mia zia che è delicata come una piuma e a quello che le hanno fatto vado fuori di testa». La notizia fa il giro della residenza. E anche gli altri ospiti e i loro parenti piombano nel panico. Intanto nel centro di Rocca arriva l’ambulanza del 118. I medici e gli infermieri cercano di tranquillizzare la 94enne che viene poi trasportata in ambulanza all’ospedale di Ciriè. I medici l’hanno dimessa dopo una serie di controlli: per fortuna, nonostante il suo fisico minuto e fragile, non le sono state riscontrate delle fratture. A ripercorrere quei momenti drammatici la Bugè si arrabbia: «La verità è che qui siamo indifesi. È da diverso tempo che chiediamo al Comune o all’Atc, che gestisce la struttura, di sistemare delle inferriate, di potenziare un po’ l’illuminazione o di piazzare una telecamera. Non ci hanno mai dato retta e, infatti qui, entra chi vuole».
Le indagini
Sono tutt’altro che semplici. Anche perché gli investigatori stanno attendendo che la Piras smaltisca lo spavento e ricordi i particolari della violenza. La segnalazione dell’allucinante raid, tipo Arancia Meccanica, è già stata inviata alla Procura di Ivrea dopo la denuncia presentata dalla nipote ai carabinieri. Secondo i militari della Compagnia di Venaria, i ladri non dovrebbero arrivare da molto distante.
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