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Non è lei la ladra che fingeva di stare male

9 aprile 2014

Non è lei la ladra che fingeva di stare male

Non è lei la ladra che fingeva di stare male

La ladra usava sempre lo stesso stratagemma: entrava nei negozi, fingeva di stare male e chiedeva di poter andare in bagno. Qui, approfittando del fatto di essere sola e non sorvegliata, rovistava nelle tasche degli abiti e rubava ciò che trovava. Ieri in tribunale a Mondovì ha risposto dell’accusa di furto aggravato in alcuni negozi di Carrù. Ma il giudice ha assolto la torinese A. M. con formula piena «per non avere commesso il fatto».Ora le indagini per identificare la ladra che aveva seminato allarme tra i commercianti di Carrù devono ripartire daccapo. A mettere nei guai la donna, secondo gli investigatori, era stato un telefonino trovato in uno dei negozi svuotati dalla ladra. Dalle indagini risultava appartenere a una persona che, in passato, era rimasta coinvolta con A.M. in alcuni reati. Ma l'avvocato difensore è riuscito a dimostrare l'estraneità della sua cliente alla serie di colpi messi a segno nel giugno di cinque anni fa. Una tecnica che aveva consentito alla ladra di mettere insieme un certo gruzzolo pescando nelle tasche e nelle borse del personale dei negozi finiti nel mirino.

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